Giochi classici di agenzia, ai giocatori solo le briciole

Meglio il Poker on line o il Superenalotto? Dipende naturalmente dai gusti. E’ certo, invece, che se i giochi sono quelli “classici di agenzia” il banco non solo vince ma stravince. Col Superenalotto, ad esempio, solo il 34,6 per cento della raccolta torna come vincite ai giocatori. Ecco come si spartisce la torta: il 65,4 per cento si divide tra ricevitorie (in media l’8%), concessionario (tra il 2 e il 10% a seconda dei casi) e Governo, che quindi incassa la fetta più grande. Con il Lotto va un po’ meglio ma non di molto: il «pay out» è variabile, ma la media dei primi dieci mesi dell’anno si ferma al 56%, che arriva al 70% nel nuovo 10eLotto. Idem per i concorsi pronostici (50% per Totocalcio, Totogol e Totomatch) e per il nuovissimo «Win for life», dove tra l’altro la vincita è differita nel tempo. Più generoso il Gratta e Vinci, che assegna una vittoria ogni quattro giocate circa. Il banco, in questo caso, trattiene appena il 27 per cento. Questi dati, visto che arrivano dai monopoli di Stato, sono ufficiali. La musica cambia se passiamo a skill games e poker online, dove la suddivisione è molto più favorevole ai giocatori. La filiera del gioco, per legge, si deve accontentare del 20 per cento della raccolta. Ma questo è appunto un limite di legge, ulteriormente migliorato dalla concorrenza. Nel caso del nostro People’s Poker Network, ad esempio, si assiste a un ulteriore spostamento a vantaggio dei giocatori, ai quali tocca bel l’89 per cento del raccolto. La filiera del gioco si accontenta dell’11 per cento, tasse comprese. Il che significa che, statisticamente, chi gioca con noi ha molte più probabilità – indipendentemente da abilità e fortuna – di incassare una vincita.

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