Limitazioni per le sale giochi: arriva la conferma del Viminale

Limitazioni per le sale giochi: arriva la conferma del Viminale
E poi dicono che gli italiani non hanno memoria storica!

Ieri avevamo riportato la sensazionale notizia che a Milano l’amministrazione comunale aveva trovato la soluzione al problema della dipendenza da gioco. Non solo: gli esperti del comune erano riusciti anche a delineare il confine tra il giocatore ludopatico e quello un po’ troppo assiduo. Una limitazione sugli orari di esercizio delle sale giochi era stata la panacea meneghina: impedire di giocare e scommettere fino alle 10 del mattino e dopo l’una di notte. Semplice, no?

 

Sembrava uno scherzo, eppure ecco la pronta conferma dai Ministeri dello Sviluppo e dell’Interno: la liberalizzazione degli orari vale solo per bar e negozi. Lo dice la legge e, nello specifico, una serie di risoluzioni (264082 del 31 dicembre 2012), e interpretazioni sull’applicazione di vecchie norme che, risalendo indietro ne tempo, portano al famigerato Regio Decreto del 1931! Il risultato è quindi che il divieto di porre limitazioni agli orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali non può essere applicato alle sale giochi, in quanto non rientrano nelle categorie disciplinate dal DL 31 marzo 1998 n. 114, ma tra quelle del TULP del ’31. E poi ci si meraviglia che qualcuno si lasci tentare dalla nostalgia del ventennio.

 

La legge italiana in materia di gioco è lacunosa? Macché… in caso di necessità, possiamo ancora attingere allo Statuto Albertino o quello Borbonico.

 

 

 

 

 

 

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