Le tre leggi della robotica applicate alle fantascientifiche politiche sul gaming…

Le tre leggi della robotica applicate alle fantascientifiche politiche sul gaming…
Tre leggi, tre principi imprescindibili...

 

–          Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.

–          Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.

–          Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.

 

Sono le “Tre leggi della robotica”, su cui si fonda il pensiero e l’opera di Isaac Asimov. Ma questo è un blog di poker. Allora che c’entrano le fantascientifiche leggi della robotica? In che modo possono essere contestualizzate, senza risultare una mera forzatura logica?

 

E allora, per chi ha voglia di proseguire nella lettura di questo articolo, fidandosi di me come guida, cicerone, o (se preferite) Caronte, ecco a voi la mia personalissima spiegazione.

 

Proviamo a superare l’interpretazione letterale delle tre leggi e pensiamo ad esse come a delle parabole, metafore, principi generalissimi applicabili ad aspetti più contingenti della vita quotidiana. Nella fattispecie, al mondo del gaming.

Proviamo a sostituire i soggetti, i protagonisti e degli assunti, senza mutare il senso delle affermazioni:

 

–          Un politico non può recar danno ad un cittadino né può permettere che, a causa della propria negligenza, un cittadino riceva danno.

–          Un politico deve sempre tutelare gli interessi di tutti i cittadini, purché tali  interessi non contravvengano alla Prima Legge.

–          Un politico ha il diritto di mantenere la propria carica e lavorare per la propria rielezione, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.

 

Ma ancora non ci siamo. In questo blog non si parla di politica. Allora andiamo ancora più nello specifico e proviamo ad applicare questi principi al mondo che, almeno in questo spazio, più ci sta a cuore: il gioco. Inteso sia dal punto di vista del giocatore, sia da quello dell’operatore di gioco.

Se siete tra quelli che hanno sono arrivati a leggere fin qui, se anche voi credete che le tre leggi della robotica amsimoviane contengano dei principi talmente fondamentali da apparire scontati, allora vi chiedo: credete che i nostri “rappresentanti” abbiano rispettato tali principi?

 

A rischi di risultare io stesso demagogico, mi sento di poter affermare che, per quel che riguarda noi e il nostro microuniverso, siano state violate tutte e tre le leggi:

 

1-      Esponendo i cittadini-giocatori alle attività illecite e ingannevoli di società di gaming onlina e di dubbia provenienza, che attirano i più sprovveduti e imprudenti con la promessa di facili vincite, su siti non sottoposti al controllo delle autorità competenti (AAMS, Polizia Postale, Guardia di Finanza). Inoltre la colpevole mancata disciplina del gioco fisico (soprattutto del più diffuso e amato, il poker) ha permesso il proliferare di bische clandestine gestite da organizzazioni criminali.

 

2-      Alla seconda legge forse non si è trasgredito, ma la si è elusa in modo subdolo. Invece di disciplinare una materia così delicata, si è preferito adottare la soluzione più semplice: facciamo credere a tutti che il gioco sia solo un vizio pericoloso e immorale e cancelliamolo in nome dell’ordine pubblico e del pubblico interesse. Hanno diviso i cittadini in due fazioni contrapposte. Divide et impera. Personalmente credo che eludere una legge abbia la stessa gravità del violarla, con l’aggravante della premeditazione.

 

3-      Dispensando favori a chi gli assicura la rielezione, illudendo chi è ancora indeciso sul voto con false promesse, fingendo di operare per il bene comune, ma tutelando solo gli interessi di lobby di potere. Si promette di lottare contro le derive degenerative dell’eccessiva dedizione al gioco, si riconosce la ludopatia come malattia, si promette assistenza e tutela, ma nel frattempo si propongono nuovi giochi per aumentare le entrate dello Stato. Un colpo al cerchio e uno alla botte: ci si ingrazia gli elettori mostrando un caritatevole interesse per la salute pubblica, le lobby di potere con la promessa allargare gli orizzonti delle lotterie. In mezzo: chi vuol giocare per puro divertimento e gli operatori privati, non legati agli intrecci tra politica e business, senza capitali nei paradisi fiscali.

 

La mia speranza è che almeno qualcuno di voi abbia avuto il “coraggio” di essere arrivato fino in fondo, nelle mie contorte dissertazioni. Se anche uno solo è arrivato fino a questo punto dell’articolo… vuol dire che il mio obiettivo è stato raggiunto.

 

 

 

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