Molto rumore per nulla: cosa siamo disposti a fare per un like?

Molto rumore per nulla: cosa siamo disposti a fare per un like?
Locandina di Newsies, il celebre musical Disney

Non è nostra consuetudine intervenire nelle polemiche, più o meno “astiose”, che il mondo del poker online naturalmente scatena ogni giorno. Un mondo controverso, difficile da coordinare per la sua poliedricità e, in quanto tale, terreno fertile per facili, infondati scontenti.

Non è neppure nostra consuetudine rispondere alle pur false accuse e provocazioni che spesso vengono mosse. Come blog del Network siamo tenuti ad una imparzialità nei confronti dei nostri partner che, se da un lato può limitare le nostre azioni, dall’altro ci ha insegnato a mantenerci sempre equidistanti.

Crediamo che l’obiettività non abbia prezzo e per questo non amiamo i sensazionalismi che fanno guadagnare facili “like”. Essere, invece, costretti a continue smentite è una continua sconfitta professionale, benché serva a mettere continuamente “carne al fuoco”…

Oggi, in merito al “pasticciaccio brutto” del PPTour assegnato “in contumacia”, ci sentiamo in dovere di dire la nostra. Non per alimentare il fuoco della polemica, ma perché troppe distorsioni della realtà sono state riportate, troppe “libere interpretazioni” sono state espresse in modo affrettato.

Quindi, per dovere di cronaca, ci limiteremo a chiarire alcuni punti, cercando (ove possibile) di astenerci da giudizi troppo personali.

L’episodio è ormai noto. Per chi non lo conoscesse, questo è un breve sunto (oppure potete cliccare qui e leggere l’articolo sull’argomento).

Il 9 aprile un giocatore vince il torneo di qualificazione online per la tappa di Malta, ma, in quanto già vincitore del pacchetto una decina di giorni prima, non avrebbe potuto partecipare all’evento. Si decide quindi di scalare la classifica e riassegnare il premio. Per una pura coincidenza il runner up è arrivato secondo da sit out, a causa di un’interruzione sulla linea telefonica. Lo dimostrano le esternazioni di cocente delusione postate il giorno dopo su fb, con cui il giocatore si diceva perseguitato dalla sfortuna. Il secondo classificato, infatti, era arrivato a 4 left con un considerevole stack, quando la linea internet era saltata. Sottolineo: quattro left, non tre, come falsamente dichiarato da chi vuole speculare sulla vicenda. Secondo in chips e quasi al pari del leader del tavolo, si ritrova  una quantità di bui a disposizione, tale da riuscire, unitamente alle dinamiche di gioco sviluppatesi, a conquistare “passivamente” l’heads up finale. È falso che abbia “casualmente ritrovato la connessione” ogni tanto, per mandare i resti quando aveva buone carte. Chi lo sostiene deve provarlo e assumersi la responsabilità delle proprie affermazioni. Chi riporta tali accuse per conto terzi, dovrebbe fare lo stesso.

Ciò premesso vogliamo chiarire:

1-      Il regolamento parla chiaro: “Chiunque vinca il torneo e sia già in possesso del ticket avrà stornata la relativa vincita perdendo di conseguenza anche il buy-in investito nell’iscrizione”.

2-      È dovere dell’utente, non un semplice consiglio, prendere visione del regolamento quando si decide di partecipare ad un concorso a premi. Questo vale per il poker online, come per qualunque altro aspetto della vita quotidiana. “Ignorantia legis non excusat” non è un proverbio o una filastrocca, ma un principio base dell’ordinamento giuridico.

3-      “Pretendere che un giocatore, prima di accedere a un torneo, vada a leggere un papiro indecifrabile” non ci pare una pretesa assurda. Prima di tutto perché per rispetto dei soldi che si mettono in gioco, conoscere i regolamenti ci sembra una condizione essenziale, secondo perché sono ormai tre anni che vige la medesima regola, per cui potremmo anche darla per scontata. Se poi il regolamento delle qualificazioni del PPTour è un “papiro incomprensibile”, lasciamo a voi giudicarlo (clicca qui per scaricare il papiro)

4-      Certo avremmo potuto mettere dei popup di avvertimento, avremmo potuto telefonare a tutti i qualificati per ricordar loro che non potevano iscriversi nuovamente al torneo, avremmo potuto fare tante cose per ovviare ad un disguido tecnico che ha permesso che accadesse qualcosa di imprevisto. Ma è possibile che noi italiani, se vediamo un buco in un recinto, non riusciamo a trattenerci dall’irrefrenabile impulso di infilarci dentro? Tanto poi possiamo sempre, dire alla guardia che ci sorprenda: “Ma io che ne sapevo che non potevo entrare!”

5-      Il torneo è falsato? Probabilmente sì. Ma secondo un principio sportivo “molto diffuso”, è preferibile intervenire nel modo meno invasivo possibile in avvenimenti il cui svolgimento o esito siano risultati influenzati dal comportamento scorretto (volontario o meno) di uno o più partecipanti. Per cui, presi i provvedimenti necessari per sanzionare l’autore, scalate eventualmente classifiche e attribuzioni di punteggi e premi, si evita di annullare la competizione. Questo serve a scongiurare che i comportamenti scorretti vengano attuati e perpetrati proprio con lo scopo di rendere nulle le competizioni.

Quando la Juventus fu colpita dallo scandalo Calciopoli, non si annullò il campionato riconosciuto falsato, ma si assegnò lo scudetto alla seconda classificata. Allo stesso modo quando Raikkonen, nel GP di Brasile 2003 venne squalificato, la gara falsata dalla sua presenza, non fu annullata, tanto meno ridisputata, ma si assegnò la vittoria a Fisichella. Di esempi simili, nel mondo dello sport, ce ne sono a bizzeffe.

Se ci piace riempirci la bocca con belle parole tese ad affermare che “il poker non è un gioco d’azzardo, ma uno sport”, cominciamo a comportarci in modo da dimostrare che in queste belle parole ci crediamo davvero, e non sono solo un escamotage per non ammettere che ci piace il gioco d’azzardo. Impariamo il principio essenziale, primitivo e basilare dello sport. Impariamo a perdere.

Dopo tanta serietà, permettetemi di sdrammatizzare con una battuta: ammetto che possa sembrare una violenza nei confronti della natura del giocatore di poker, ma impariamo a dire la verità… ogni tanto!

 

 

 

 

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