Ritorno a Kranjska Gora… dove tutto ebbe inizio…

Ritorno a Kranjska Gora… dove tutto ebbe inizio…

 

Lo shuttle dell’hotel ci preleva all’aeroporto che sono passate da poco le dieci del mattino. Il breve volo da Napoli a Venezia è stato segnato dal buon umore, suggerito dal bel tempo e dal palpabile alone di fiducia che precede questo terzo Evento. Dopo circa un’ora di viaggio ci inabissiamo tra le profonde gole che separano l’Italia dalla Slovenia. Superata Udine, l’autostrada segue il Fella, un piatto torrente dallo straordinario colore turchese che taglia con le sue fresche acque la valle bianca di roccia calcarea.

 

Bellissime e alte cascate ne alimentano il corso e solcano le pendici delle Prealpi Giulie, scolpendone i fianchi con l’abilità di un artista che, antico e paziente, da milioni di anni, ne ridisegna le forme per renderle sempre più armoniose. Colpo d’occhio mozzafiato, opera d’arte infinita e incompiuta, alternanza di bianca roccia affilata e morbido bosco. Intenso e multicolore, nel verde scuro e deciso dei sempreverdi brilla il verde chiaro e tenero degli alberi in fiore, regalando al nostro transito un paesaggio che si può ammirare solo in un quadro di Cezanne o Van Gogh. Straordinario capolavoro della Primavera che ha dipinto con amore le pendici delle montagne, intingendo il suo pennello in una tavolozza in cui ha preparato tutte le tonalità del verde. Superato il confine, ci tuffiamo nel cuore delle Alpi Giulie. Compaiono i primi ghiacciai, che si specchiano nel sole e brillano da altezze che i nostri sguardi stentano a sostenere. Lasciamo l’autostrada e ci arrampichiamo su una strada di montagna, attraversando piccoli villaggi dai tetti aguzzi che scendono fino al suolo, interrotti solo dai campanili delle chiese, dritti e sinuosi come boccioli di rosa. Il torrente continua a scortarci, serpeggiando sotto di noi. Continuiamo a passare da una sponda all’altra ad ogni ponte, ma lui è sempre lì, fino alla valle sconfinata e rigogliosa che ci dà il benvenuto nel ventre della Krnajska. Poi, un istante prima di arrivare alla meta, scompare nella sua sorgente.

Lo troveremo lì dove lo abbiamo lasciato quando ripartiremo, pronto ad accompagnarci nel nostro viaggio di ritorno. Era lì anche l’anno scorso, ghiacciato ma sempre identico sotto la spessa e dura coltre bianca. Era lì due anni fa. Era lì mille secoli fa e lì sarà sempre, per un altro milione di anni. A volte basta un placido torrente color turchese a ricordarci che su questa terra siamo solo ospiti.

 

Kranjska Gora appare splendida in questa stagione e ci svela bellezze che la neve ci aveva celato gli anni scorsi. Per me che proprio qui ho iniziato il mio cammino da blogger l’emozione è inaspettatamente intensa. La natura esplode tutto attorno a noi, ma anche dentro di noi, ricominciando un nuovo ciclo e in questo tripudio di nuova vita, anche noi siamo pronti a ripartire da dove tutto è cominciato.

 

 

 

 

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