Giuliana Celestini:
live e online diventano
specialità
uguali ma distanti
I temi sollevati dal primo intervento di Ghirino10, e dalla miriade di commenti arrivati in seguito, continuano ad appassionare i nostri giocatori. Occasione ghiotta per sollecitare il parere della nostra Pro Giuliana Flop60 Celestini, che dice la sua sull’evoluzione del gioco online e sulle differenze tra il gioco virtuale e quello concreto dei Live. Avendo esperienza dell’uno e dell’altro, ed essendo anche una scrittrice chiara ed efficace, crediamo che ogni giocatore, indipendentemente dal suo livello di abilità, potrà trovare diletto e giovamento dalla lettura di questa pagina.
Trovandomi in pieno accordo con certe considerazioni fatte da alcuni players nel “Riusciranno i nostri eroi a convincere i “server scettici”?, ritengo che, seppur non esista una verità assoluta che possa sciogliere dubbi e incertezze in merito alla questione, sia molto utile, come si sta facendo, partecipare ad una civile ed intelligente discussione che tenga conto di diverse valutazioni dei criteri di giudizio.
Nel cercare di dare un ordine sono nate queste mie considerazioni.
Partecipare al gioco on-line è ormai equivalente all’imbattersi in una calca smodata di persone. Per quanto mi sento di affermare che dove c’è la quantità c’è anche sicuramente della qualità, reputo che la popolarità renda difficile far emergere doti, meriti e valori del singolo. Anche nella vita ci si trova spesso ad essere prevaricati da chi, magari solo per caso o per destino, si butta nella mischia e ha più fortuna di noi. Sono casi sporadici, in relazione al tempo della nostra esistenza. Ecco perché li chiamiamo casi
Altra faccenda è il benessere economico che la moltitudine partecipante porta a tutta la comunità. Se a giocare on-line fossero solo i “real players”, non credo proprio che il premio sarebbe soddisfacente per nessuno, e pian piano si andrebbe incontro ad una lenta estinzione del texas hold’em. Ci troveremmo la domenica a fare il Super Sunday in 100 – 200 persone e… cosa avrebbe il premio di così “super”? O forse pensate che la poker room metta lo stesso a disposizione un “garantito” da Kamikaze? E ancora: qual è il numero di “coscienziosi” bravi giocatori che sarebbero disposti a pagare un buy-in di 100 euro per partecipare ogni sera al Big One o 200 euro per partecipare anche al Mezzanotte di fuoco? Forse una media di 30 giocatori per torneo a sera? Probabilmente ho anche esagerato! Ok, sarebbe un “bel giocare”, ma i premi? Dare possibilità a tutti non può, per etica commerciale e professionale, conformarsi all’avere pregiudizi relativi al valore o alla bravura e non può creare discriminazioni. Ecco perché i satelliti ai quali, per gli esigui costi, partecipa chiunque, sono la vera essenza del montepremi finale che tutti speriamo di metterci nelle tasche.
La necessaria interazione di questa infinita folla multi-sistemica non depone a favore di una risoluzione del problema. Credo sia piuttosto importante, però, aver coscienza di una realtà che serba in sé elevatissime potenzialità proprio perché il suo espandersi ha coinvolto anche chi pensa di giocare a tombola. E… chi se ne frega se il server, il caso o il K… lo premiano per un po’! Realistico è accettare che il poker sportivo on-line sia, ormai, contestualmente appagante e dissacratorio. Giocare on-line con la piena comprensione di questo “sistema” sarebbe già un grande passo in avanti. Detto in termini popolari è ormai il classico “cane che si morde la coda” e per questo “non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca”!
Credo, inoltre, che a volte, tolti alcuni rari casi, il modo di giocare in internet di chi lo fa anche live, cambi, modellandosi con tipiche giocate a dir poco azzardate che dal vivo non si sognerebbe mai di fare. Complice di questo atteggiamento è l’impatto psicologico alla differente strutturazione degli eventi. Risulta quindi evidente la grande differenza tra il live e l’on-line. Quando si va a fare un torneo dal vivo lo si considera unico ed irripetibile, i buy-in sono decisamente più alti e di conseguenza le spese globali sono ingenti anche per viaggio, albergo etc.. e, non ultimo, si necessita di giorni di ferie dal lavoro. Per questi motivi ci predisponiamo con molta più attenzione e seria valutazione delle varie giocate, foldando molto spesso anche con carte “giocabilissime” a fronte di un importante raise. Diciamo saggiamente che dal vivo il livello tecnico è più elevato solo perchè on-line si può “provare” a fare call, tanto, male che va, si può tentare ancora… e per giunta anche con soli 50 centesimi, stando comodamente seduto in poltrona a casa propria! Ingiusto, incosciente, poco professionale… vero…ma…. Spesso si pensa di giocare allo stesso gioco, ma forse non è così! Si potrebbe dire che on-line il texas hold’em sia distrutto nella sua vera essenza, quella dello studio, della pressione, del bluff, del rispetto e dell’impegno nella lettura delle carte, del ragionamento che porti ad una decisione sicura, etc… Forse… ma non sarebbe giusta neanche questa considerazione, perché se oggi si ha la possibilità di credere che il gioco (il poker sportivo) vale la candela (montepremi soddisfacenti) lo si deve anche e soprattutto a chi si siede davanti al P.C. pensando di giocare al bingo o alla roulette. Allora, siccome a tanti sarà capitato qualche volta di dire a sé stessi “live, non avrei mai fatto quel call all-in”( ma solo qualche rara volta, altrimenti sareste solo dei donk!), forse dobbiamo tutti imparare a discernere attentamente e comprendere serenamente l’evidenza dei fatti: live e on-line sono uguali, ma distanti… uniformi, ma dissonanti. Meditate, gente…. meditate!!!
Giuliana Flop60 Celestini