Il primo dei 61 braccialetti realizzati da Jason of Bevery Hills per le WSOP 2012, brilla sul polso di Chiab Saechao. Il giovane californiano, impiegato di una impresa di forniture della Caesars Entertainment, è il vincitore del Casino Employees Championship, evento inaugurale della 43ª edizione delle World Series of Poker 2012, la cui commovente cerimonia di apertura è stata impreziosita dalla presenza di Richard Turnbull, il dealer 85enne, veterano della Seconda Guerra Mondiale con ben 37 anni di attività ai tavoli verdi.
Alla sua prima partecipazione al torneo riservato ai dipendenti del Casinò, Chiab ha intascato un primo premio di quasi 71mila dollari. Runner up dell’evento è stata Patricia Baker, vincitrice di 43,700 dollari e ad un passo dall’impresa: essere la prima donna, dopo tre anni, a vincere un braccialetto in un evento diverso dal Ladies Championship. L’ultima donna a fregiarsi dell’ambito gioiello, infatti, era stata Vanessa Selbst, che nel 2008 aveva vinto il Pot-Limit Omaha da 1,500 dollari. Proprio la giocatrice di Las Vegas è impegnata in questi giorni nel No Limit da 1,500 dollari, secondo bracelet event evento in programma e primo torneo open buy-in delle WSOP 2012. Oltre 2mila i partecipanti e un montepremi di 2,800,000 dollari, ma soprattutto tanti nomi noti che hanno preso all’evento, a partire dal Kid Poker Daniel Negreanu, Michael Mizrachi e il campione in carica Jonathan Duhamel, fino al sempre discusso Phil Hellmuth. Alla fine del Day 1 sono solo in 240 i superstiti, tra cui lo stesso Hellmuth, sempre più vicino alla partecipazione al Big One for One Drop. Proprio il Poker Brat, infatti, aveva fatto parlare di sé negli ultimi tempi a proposito di una possibile diserzione dal torneo che segnerà la storia dei questo gioco. Nonostante gli undici braccialetti e gli oltre 13milioni vinti, il campione di Palo Alto aveva dichiarato che 1milione di dollari di buy in era un prezzo troppo alto anche per lui e subito qualcuno aveva parlato di pretattica. In pochi giorni aveva venduto oltre la metà delle sue quote ma, soprattutto, era riuscito a catalizzare l’attenzione su di sé, creando un vero e proprio caso mediatico. Oggi forse la sua partecipazione al “Big One” non è scontata (siamo all’80%, per sua stessa ammissione!), ma una cosa è certa: il soprannome di Poker Brat (lo scugnizzo del poker) lo ha conquistato sul campo!