WSOP 2012 – Tutti in piedi per l'inno nazionale: Rocco Palumbo shippa l'11° braccialetto italiano!

WSOP 2012 – Tutti in piedi per l'inno nazionale: Rocco Palumbo shippa l'11° braccialetto italiano!
Rocco Palumbo (photo by pokernews.com)

 

Siamo appena tornati dalla pausa cena. Livello 28, bui 30K/60K e ante 10mila. Nelson Robinson apre da bottone 120mila. Rocco Palumbo chiede il conteggio dello stack residuo dell’avversario, quindi decide di tribettare: 300mila chips. Robinson ci pensa un po’, poi decide di pushare. Rocco scrolla le spalle e chiama. Show down: A9 contro K♠6♠. Il genovese parte avanti e il flop lo spinge ancora più verso l’alto: 4AJ♠. Turn 4♣ e il giocatore del Nord Carolina è drawing dead. Il K al river suona quasi come una beffa, una dolce melodia per le orecchie di Rocco Palumbo, 23 anni di Genova. Dolce tanto quanto l’inno italiano che torna a suonare nella Pavilion Room del Rio Casino dopo quattro anni di attesa.

E pensare che, solo poche ore prima, proprio un K al river aveva rilanciato il giovane player italiano, permettendogli di accedere al tavolo finale e giocarsi la chance della vita. Un colpo fortunato, come lui stesso ha postato sulla propria bacheca facebook. Si dice che un MTT di queste dimensioni sia una specie di lotteria. Quasi tremila i partecipanti all’Evento #44, il No Limit da $1,000, un montepremi di 2,654,000 dollari… se la sorte non ti arride è difficile andare molto lontano. Ma se ascrivessimo solo alla dea bendata il merito di questo successo, non renderemmo giustizia ad una prestazione da incorniciare. La progressione di Rocco è stata impressionante, la sezione “Event Updates” del sito delle WSOP è un continuo “Palumbo Starts Grinding Again”, “Palumbo Ramps Up the Aggression”, “Rocco Moves Away”, ad applaudire una performance decisa, aggressiva, straordinaria, che non ha lasciato scampo agli avversari. Al tavolo è un vero e proprio martello, in apparente contrasto con il ragazzo riservato e gentile che abbiamo imparato a conoscere e apprezzare durante gli ultimi PPT. Prima di lui solo altri cinque italiani erano riusciti nell’impresa di sventolare il tricolore alle WSOP: il primo era stato Valter Farina, anche lui genovese, nel 1995. Poi era stata la volta di Jeff Lisandro, nato in Australia da genitori salernitani e “ritornato all’ovile”, che può vantare ben 5 braccialetti. Quindi l’amico Max Pescatori, due volte campione del mondo, Dario Alioto e Dario Minieri con un braccialetto a testa. Ai 346mila dollari complessivi vinti dai giocatori italiani in questa edizione delle World Series of poker, oggi Rocco Palumbo aggiunge i suoi 464mila, facendo schizzare il nostro paese dal 13° all’8° posto nella classifica assoluta per Nazioni. Le copertine di tutti i media nazionali e non solo, sono tutte per lui, che ha regalato all’Italia quel simbolo che, almeno per un istante, può farci dimenticare che spesso vestiamo maglie diverse. Come avviene quando gioca la nazionale azzurra, mettiamo da parte campanilismi e rivalità e ci si stringe tutti ai piedi del podio, mano destra sul cuore, occhi umidi e un brivido lungo la schiena: tutti in silenzio per l’inno nazionale!

 

 

 

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