Quella appena iniziata potrebbe essere la settimana decisiva per il DL Balduzzi (vedi articoli precedenti). Oggi è previsto l’esame alla Camera del testo modificato dopo la presentazione degli emendamenti di cui vi abbiamo già dato notizia. Domani dovrebbe essere trasmesso il parere della Commissione Bilancio, fondamentale per capire se il decreto ha la necessaria copertura finanziaria. Bisogna stabilire, cioè, se le spese previste (come ad esempio il fondo per la prevenzione, la cura e la riabilitazione dei soggetti affetti da ludopatia) sono sostenibili, tenendo ben presente che “l’ulteriore ricorso alle entrate derivanti dal settore dei giochi – sostiene la Commissione Finanze del Senato – pregiudicherebbe la copertura di altre norme già in vigore”.
La questione non è semplice come sembrerebbe. Una norma che non abbia adeguata copertura potrebbe presentare problemi di compatibilità con l’Art. 81 della Costituzione che prevede che “ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte”. Altro punto spinoso è quello dell’articolo 7 del decreto, che prevede la “possibilità di disporre la sospensione di procedure esecutive in caso di soggetto affetto da ludopatia”, in quanto, secondo la Commissione Affari Costituzionali, andrebbe in conflitto con il diritto di “azione in giudizio”. Vale a dire che la volontà di tutelare il soggetto ludopatico, benché encomiabile, non può andare a ledere i diritti di chi vanta crediti nei suoi confronti. Proviamo a pensare ad un soggetto che, avendo perso forti somme al gioco, non paga più l’affitto. L’attuale decreto prevede che il padrone di casa non possa sfrattarlo. Pur non entrando nel merito morale della questione, quanti proprietari credete che saranno disposti a fittare un appartamento ad un giocatore di poker professionista? Una prospettiva non così lontana dalla realtà, visto che episodi discriminatori del genere sono già avvenuti in passato, ai danni di noti professional poker player italiana.
Alla fine della settimana forse avremo i primi risultati visibili di questa querelle, ma le indiscrezioni parlano di un asso nella manica del Ministro Balduzzi: in maxiemendamento che imbrigli il decreto, impedendo ulteriori modifiche al testo e, di conseguenza, ulteriori rallentamenti dei lavori.