Obiettivo centrato. Grazie al voto di fiducia, il Ministro Renato Balduzzi è finalmente riuscito a far approvare il testo del decreto che porta il suo nome. Un gesto di forza, quello del Governo, resosi necessario dopo che l’immensa mole di emendamenti (oltre 700) presentati da praticamente chiunque ne avesse l’autorità, aveva imprigionato il testo del dl in un meccanismo vizioso e contorto, valvola di sfogo di frustrazioni personali, interessi lobbistici e istanze perbeniste.
Un testo snello, quello uscito dalla Camera con 380 voti favorevoli, 85 contrari e 15 astenuti, che ricalca la prima versione del settembre scorso, che dovrà essere completato con gli ordini del giorno proposti dai vari deputati e che sono già in discussione alla Camera.
Invariati i punti che regolamentano la pubblicità, è invece sparita l’indicazione sulla distanza minima “dei punti della rete fisica di raccolta del gioco praticato mediante gli apparecchi”, la cui ricollocazione sarà pianificata da AAMS e, “a seguito della sua incorporazione, dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli”, tenendo conto “degli interessi pubblici di settore, ivi inclusi quelli connessi al consolidamento del relativo gettito erariale”. Il provvedimento non avrà carattere retroattivo e la “prossimità” ai così detti luoghi sensibili sarà vagliata caso per caso. Un dietro front del Governo? Un segno di resa fronte agli interessi di Aziende ed Erario? Non credo. Piuttosto la consapevolezza che la complessità urbanistica delle nostre città non permette una trattazione univoca e generalizzata del problema.
Una cosa però fa ben sperare: la precisazione “rete fisica di raccolta del gioco praticato mediante gli apparecchi” forse potrebbe celare un primo accoglimento di quel principio che vede il poker non come un gioco d’azzardo, ma un’attività lodico-sportiva. Una tendenza confermata dalle tante sentenze che negli ultimi tempi si stanno susseguendo e che prima o poi contribuiranno a ripulire l’immagine di questo ambiente, troppo spesso dipinto con tratti di pennello imbevuto di ipocrisia e luoghi comuni.
Ultima in ordine temporale, l’assoluzione con formula piena per il gestore di un’associazione di poker sportivo della provincia di Lucca, che riafferma l’assunto già confermato dalla Cassazione che il poker è un gioco di abilità e che segue alle due vittorie riportate dai circoli a Prato e Carrara nel recente passato. La Toscana potrebbe quindi imporsi come paladina per la lotta contro il boicottaggio del poker? Un’idea seducente, ma forse sarebbe più auspicabile arrivare alla tanto agognata disciplina di questo settore, piuttosto che continuare questa sterile schermaglia, innescata da un vuoto legislativo lungo ormai quattro anni, che demonizza i giocatori e ingrassa le bische clandestine.