La politica non smette mai di stupirmi. O forse sarebbe più corretto dire che “i politici” non smettono mai di stupirmi, dal momento che sono irrimediabilmente e romanticamente legato al concetto aristotelico di questa parola che coniuga, nell’accezione dello stagirita, il concetto di amministrazione del potere con quello di “bene comune” e di partecipazione dei cittadini ad entrambi. Ma negli ultimi anni il concetto di politica che si è venuto a delineare sembra voler dar ragione ad un altro grande pensatore, più moderno e pragmatico, forse addirittura cinico, come Max Weber. Secondo il sociologo ed economista tedesco, che amava ricordare che la “politica non è nata ad Assisi”, essa non sarebbe altro che conflitto finalizzato alla legittimazione del potere. E come legittimare il potere se non con l’uso della forza? Certo oggi sarebbe impensabile una marcia su Roma o lo spiegamento delle forze armate da parte di una fazione per sconfiggere quella avversaria, ma la democrazia offre ai più machiavellici e spregiudicati amministratori, tanti strumenti “legali” per esercitare la forza.
Dopo aver con successo posto la fiducia sul testo del decreto che porta il suo nome, il Ministro della Salute Balduzzi ieri ha paventato la possibilità di ricorrere una seconda volta a questo strumento per “blindare” il provvedimento, dopo che altri 200 emendamenti (erano già stati circa 700 nella prima fase) hanno rischiato di frenare nuovamente l’iter del documento. Un atto di forza, quello del Ministro, che ha fatto infuriare i deputati, esclusi dal processo decisionale ancora una volta, scontenti di un decreto che “reca una serie di disposizioni in linea teorica condivisibili, ma dal carattere in parte demagogico e in parte semplicistico” (D’Ubaldo, PD).
Sembra quindi che il Governo, non potendo accontentare tutti, abbia deciso di non accontentare nessuno. Al di là di ogni considerazione di etica politica, come biasimare una tale decisione? Nell’incipit di questo articolo avevo accennato allo stupore che a volte mi provoca la politica. A cosa mi riferivo?
Chi segue la vicenda del dl Salute, ricorderà certamente l’On. Francesco Barbato (Idv), uno dei più strenui detrattori del gioco, che non più di due settimane fa, durante la discussione sulla delega fiscale alla Camera dei Deputati, definì il “settore dei giochi come qualcosa di immorale e di antisociale che tanti danni fa al nostro Paese”. Perché sono stupito? Perché ieri lo stesso deputato ha presentato un emendamento al dl Salute per “introdurre nuovi giochi, indire nuove lotterie, anche ad estrazione istantanea, adottare nuove modalità di gioco del Lotto, nonché dei giochi numerici a totalizzazione nazionale, variare l’assegnazione della percentuale della posta di gioco a montepremi ovvero a vincite in denaro, la misura del prelievo erariale unico, nonché la percentuale del compenso per le attività di gestione”.
Credo che ogni commento sia superfluo. Per cui aggiungo solo, a titolo di cronaca, alle oggi alle 19 di oggi scadrà il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti, dopodiché alle 20:30 inizierà la discussione in Parlamento.
Come sempre a noi non resta che incrociare le dita e attendere il prossimo stupefacente episodio dell’avvincente sitcom “Il Grande balzello”.