Viaggio alla riscoperta del “Luna Park vivente”, di Valentina Melis
Io, proprio io che amo viaggiare e che cerco sempre di risparmiare un po’ di tempo da dedicare a questo grande amore non ero mai stata negli Stati uniti. Sacrilegio! Per fortuna sono arrivati gli amici di People’s. La mia avventura con loro è iniziata proprio qui, nella città dalle mille luci, in quella che io chiamo il “Luna park vivente”… Las Vegas! Quella che per molti è la meta più ambita per me è stata l’inizio di questa incredibile avventura nel mondo del poker. L’anno scorso mi è sembrato di vivere in un sogno, mi sono resa conto di dove fossi stata solo una volta rientrata a casa quando ho rivissuto come in un film tutte le emozioni provate ma, nemmeno il tempo di metabolizzarle, che si riparte di nuovo! Se decidete di andare a fare un giro a “Sin city” sappiate che dovrete affrontare un lungo e faticoso viaggio ma che, una volta aperto il portellone dell’aereo, sarete completamente ripagati. In realtà all’inizio non capirete molto perché il fuso orario avrà la meglio, considerate che avete fatto un viaggio nel passato visto che qui sono 9 ore in meno rispetto all’Italia, ma con una bella dormita sarete prontissimi per godervi tutto il divertimento che questa città può offrirvi. Proprio quello che ho deciso di fare io! Sono arrivata alle 20 (in Italia le 5 del mattino ) e dopo circa 15 ore di volo tutto quello che desideravo era solo un bel tuffo carpiato nel comodo letto del Flamingo. Certo una volta salita sul taxi per un attimo le luci di questa pazza città mi hanno tentato ma, per fortuna, sono stata forte. Se avessi desistito avrei rischiato il coma profondo nei giorni successivi, mentre con una bella dormita sarei stata fresca e lucida per entrare a tutti gli effetti nel mood di Las Vegas. Apro gli occhi eccitata come una bimba la mattina di Natale e corro ad aprire le tende, davanti ho il Bellagio che mi accoglie con lo spettacolare show delle fontane. Direi che il primo giorno parte bene. La fame inizia a farsi sentire, questa volta devo stare attenta visto che l’anno scorso ho preso 7 kg in 7 giorni ma, della serie “le ultime parole famose”, i miei occhi vengono attratti da una sottospecie di brioche salata king size con all’interno 5 uova strapazzate e innumerevoli fette di prosciutto. Ok Vale sei a Las Vegas non puoi pensare alla linea e così, con un bel sorriso, mangio tutto. Dopo questa colazione “leggera”, sono prontissima per raccontarvi questa tappa speciale. Una breve riunione per decidere il da farsi con i miei compagni d’avventura: Cosimo “the boss”, Fabio “il sorriso della telecamera”, Ivan “pane, amore e Fantasia”, Mattia “il nuovo arrivato” e subito entro nel clima di Las Vegas, grazie anche alla mia maglietta con stampato il bel faccione di Jhonny Deep che spero di incontrare lungo la “Strip”.
Non faccio in tempo a mettere un piede fuori dal Flamingo che subito vengo “assalita” da personaggi folkloristici. Uno dopo l’altro mi vengono incontro, attratti dalle telecamere: riconosco Spongebob, Elvis e “Woody” di Toy Story, ma la mia attenzione viene catturata da tutt’altro: la tipica macchina della polizia americana. Chi non ha mai sognato di salirci? Impossibile farmi cambiare idea, a passo spedito la raggiungo e non solo salgo ma strappo anche una breve intervista al poliziotto con tanto di: ”I love italian girls”. Cento metri più avanti incontro Freddie Krueger, dietro la maschera scopro Claudio un ragazzo di origini italiane che mi racconta il rovescio della medaglia, il lato nascosto di questa città dove tutti passeggiano felici e divertiti: un infinito numero di senzatetto che sopravvivono a fatica. Subito però rientra nel personaggio e mi regala due foto ricordo. La prossima tappa di questa giornata è il giro sul bus-tour all’aperto che ci mostrerà la famosa “Strip” da una prospettiva diversa, ad accompagnarci il nostro cicerone Fabio Coppola, indispensabile insieme all’amico Flaminio. Uno dopo l’altro sfilano accanto a noi gli alberghi più famosi del mondo: Venetian, Caesar Palace, Bellagio, Mgm, Mirage, Rio… Il bus si ferma per una piccola sosta davanti al “Circus” e noi decidiamo di dare un’occhiatina. Ora mi sento proprio Alice nel paese delle meraviglie, se avete dei figli vi consiglio di portarli qui ,a tutti gli effetti un enorme luna park dove i desideri di un bambino si possono realizzare… e non solo i loro, visto che io rimango letteralmente a bocca aperta. Purtroppo non ho il tempo di giocare, il bus sta per ripartire. Ora Las Vegas ci regala un tramonto mozzafiato , qui anche il cielo sembra finto, infatti inizio a pensare seriamente che sia dipinto come quello di “The Truman show”. Torniamo in albergo che c’è ancora luce ma, dopo una doccia veloce, siamo pronti per ricominciare. Las Vegas di giorno sembra, anche con le sue mille stranezze, una città ancora “normale”, ma appena cala il sole si trasforma. Proprio in questo momento ti dai i pizzicotti e pensi: ”Ma sto sognando? ”. Abbiamo una meta precisa per la nostra serata: Downtown. La parte storica di Las Vegas ,quella con gli edifici bassi dalle mille luci, quella per intenderci che abbiamo visto nei film.
Immaginate una lunghissima galleria, a destra e sinistra casinò illuminati dalle insegne più disparate ,alzate gli occhi e apparirà un cielo formato da led colorati, dove ogni mezz’ora uno spettacolo di musica e luci vi da il benvenuto, il tutto condito da carrucole che fanno volare i turisti più coraggiosi. Ci faccio un pensierino anzi ci voglio proprio salire e fare un bel collegamento appesa in aria, ma con tristezza mi rendo conto di avere la gonna e che nonostante Las Vegas sia la città del peccato non mi sembra il caso di mostrare le mutande a tutta Downtown! Il tempo qui passa in fretta e in un attimo è già l’una, ma abbiamo un certo languorino così decidiamo di raggiungere quella che nei prossimi giorni diventerà la nostra casa, visto che proprio lì si svolgerà questa tappa speciale del PPT: il Caesars Palace! Incuranti dell’orario ordiniamo hamburger e patatine, un tipico spuntino notturno, peccato che l’hamburger in realtà sia triplo e che le patatine siano contenute in un secchiello grande quanto quello con cui giocano i bimbi in spiaggia. Dopo la nostra cena leggera si è fatto veramente tardi, da domani dobbiamo essere pronti per raccontarvi quello che accadrà nella famosissima poker room del Caesars, quindi si va a nanna, non prima di aver ammirato ancora una volta le luci della Strip sul ponte che ci collega con il Flamingo. Buona notte città che non dormi mai. Un sospiro: ”Si, sono davvero a Las Vegas”!
“Las Vegas è diventata l’interpretazione onirica di una città uscita da un libro di fiabe: qui un castello tratto da un racconto per bambini, lì una piramide nera con la sfinge e le luci bianche che fendono l’oscurità come il raggio di un ufo in manovra di atterraggio e dappertutto oracoli al neon e schermi rotanti su cui scorrono messaggi di felicità e fortuna, annunci di cantanti, attori e maghi che si esibiscono stabilmente o in tournée e le luci che scintillano invitanti. Ogni ora un vulcano ha un’eruzione di luci e fiamme. Ogni ora una nave pirata affonda una nave da guerra.” (Neil Gaiman)
Valentina Melis