Coerenza. Dal latino cohaerere, essere unito. Il dizionario italiano dice che coerente è colui che non disdice o contradice con i fatti, ciò che precedentemente ha affermato o anche solo pensato. Si può essere coerenti con se stessi. Ma si può anche essere coerenti con gli altri senza esserlo con se stessi, in modo apparente, ingannevole. Poi c’è chi non prova neanche ad apparire coerente, non curandosi della contraddittorietà delle proprie azioni, delle proprie affermazioni, fidando sul fatto che chi si sta di fronte sia ormai assuefatto a menzogne, inganni, sotterfugi e cambi di posizione. Come il popolo italiano con la propria classe dirigente.
Può così capitare di leggere dichiarazioni del tipo “Sto preparando un’interrogazione … per sollecitare l’agenzia dei Monopoli di Stato ad emanare il regolamento del poker live. Siamo ancora nei tempi, seppur un poco in ritardo, ma non possiamo più aspettare e il regolatore deve rispettare l’impegno che si è preso con imprenditori, giocatori e cittadini!”
Bene! Mi verrebbe da urlare. Qualcuno si è ricordato che qualche tempo fa una frettolosa abrogazione della normativa sul gioco live ha creato una pericolosa e dannosa vacatio legis, che ha reso non solo illegale giocare a poker dal vivo al di fuori dei quattro casinò municipali italiani, ma soprattutto ha contribuito a demonizzare l’immagine degli appassionati di questo gioco.
Finalmente! Peccato che questa dichiarazione provenga dalla bocca di Gerardo Soglia, deputato ex PdL attualmente al Gruppo Misto PPA. Lo stesso deputato che con un emendamento al DL Fiscale, nella scorsa primavera aveva chiesto ed ottenuto lo slittamento del bando per l’assegnazione delle 1000 licenze per il poker live, dal 30 giugno 2012 al 1° gennaio 2013. La storia dell’onorevole parla chiaro. Basta digitare il suo nome su un qualunque motore di ricerca per leggere delle sue gesta imprenditoriali e farsi un’idea sui possibili motivi che lo spingono ora a premere sull’acceleratore di AAMS.
Ma Gerardo Soglia non è l’unico incoerente tra i politici coinvolti nella telenovela del DL Balduzzi. Abbiamo già scritto di Barbato (Idv), passato da oppositore del gioco in quanto “immorale e di antisociale”, a sostenitore, tramite emendamento al DL Salute, della necessità “introdurre nuovi giochi, indire nuove lotterie, anche ad estrazione istantanea, adottare nuove modalità di gioco del Lotto, nonché dei giochi numerici a totalizzazione nazionale” per foraggiare e incrementare il prelievo erariale.
E ancora nell’Idv, notizia dell’ultima ora, l’ex capogruppo alla Regione Lazio Maruccio nello scorso maggio aveva presentato una proposta di legge contro il gioco d’azzardo. Oggi è stato arrestato dalla Guardia di finanza con l’accusa di peculato per aver sottratto fondi dalle casse del proprio partito… per finanziare la propria “passione” per il videopoker! E indovinate dove ha perso oltre 100mila euro (dell’Idv e quindi soldi di tutti noi!) nelle macchine mangiasoldi? Nella sala giochi di Andrea Palma, ex tesoriere della sezione del Lazio del partito di Di Pietro. Ogni considerazione, commento o anche semplice battua mi sembra superflua.
In realtà, in tutta questa situazione, l’unico coerente con se stesso e con le proprie premesse sembra, malgrado maldestri tentativi di dissimulazione, lo Stato. Sin dall’inizio avevamo avuto l’impressione che l’intera sezione del decreto riguardante i giochi fosse solo un modo per tenersi buoni i moralisti benpensanti (e i loro voti in vista delle prossime elezioni), senza intaccare gli interessi economici dell’Erario. I limiti posti in materia di pubblicità e la messa al bando del gioco online negli esercizi pubblici sono il chiaro segnale della volontà di rafforzare ulteriormente la presenza dello Stato in un mercato già monopolistico. Il testo finale convertito in legge poco più di 48 ore fa, ne è l’ulteriore dimostrazione.
Ancora una volta noi incassiamo il colpo e andiamo avanti.