Del Decreto Balduzzi sembra essersi persa ogni traccia. Approvata la legge di conversione, forse ora dobbiamo solo attendere di conoscere le conseguenze concrete delle norme in esso previste. Non che la stampa tradizionale abbia mai dedicato qualcosa di più di un accenno ad un provvedimento che, oltre ai due capitoli che riguardano direttamente il mondo del gioco, contiene una serie di riforme che avranno forti ripercussioni sul mondo del lavoro. Se avete un amico medico di base o informatore farmaceutico, chiedete a lui quale futuro sembra attenderlo.
Il mondo dell’informazione di settore, oggi, è tutto concentrato sulle geniali iniziative dello Stato, inteso in senso lato, come l’insieme di quegli organi, enti, agenzie e commissioni, preposti alla tutela del nostro benessere. L’allarme sociale oggi, piuttosto che quello riguardante il pericolo delle ludopatie e che a questo punto sembra fortunatamente rientrato, è il calo del gettito erariale. Dopo il costante incremento dell’ultimo decennio, infatti, per la prima volta quest’anno le entrate avranno una flessione di quasi mezzo miliardo. Molto dipende dalla crescita di giochi con minore “prelievo”, ovvero con una tassazione più leggera, ma in parte dipende anche dalla crisi, che porta la maggior parte di noi se non a giocare meno, piuttosto a selezionare con maggiore attenzione i concorsi, le lotterie, i giochi in cui investire i nostri soldi. L’online lentamente rosicchia il mercato tradizionale: non più i soliti gratta e vinci, lotto e superenalotto, ma skill games, casinò virtuali e videolottery. Il tutto nonostante il moltiplicarsi di concorsi con estrazioni serrate, in tempo reale, quasi H24! Eppure il lento ma inesorabile aumento della raccolta, cioè delle somme giocate sembra restituire questa tendenza: gli italiani giocano di più, ma lo Stato guadagna di meno!
Soluzione? Semplice: incentivare i cittadini a spendere di più in quei giochi che fanno guadagnare maggiormente lo Stato. E allora in barba a tutti i lodevoli principi che hanno acceso la discussione sul DL Salute, infiammato le platee e animato le Camere con accorati dibattiti ed emendamenti moralizzatori sulla lotta alle pubblicità che incentivano al gioco, sulla subdola induzione alla ludopatia degli operatori privati e depravati, arriva la Santa Proposta del Santo Stato: aumentare i moltiplicatori del Lotto Più!
La proposta non viene da un deputato qualunque, ma dal direttore generale dell’AAMS e questo basta a comprenderne la gravità. In più (vado a memoria) sarebbe il secondo aumento nel solo 2012, riguardante la medesima categoria di gioco. Un momento, però: questa “riforma” sembra andare a tutto vantaggio dei giocatori! Aumentare il moltiplicatore, infatti, significa aumentare quel valore per cui va moltiplicata la giocata, in caso di vincita.
Un’iniziativa non molto diversa da quella che, qualche tempo fa, portò le multinazionale del tabacco ad aumentare il dosaggio della nicotina nelle sigarette, per prevenire il probabile calo delle vendite, causato dalle campagne antifumo condotte da quegli stessi Governi che detengono il monopolio dei tabacchi.
Come sempre viva la coerenza!