Con l’avvicinarsi del Natale mi ero ripromesso di non lasciarmi più trascinare nelle quotidiane e inevitabili diatribe sulla politica, sulle dichiarazioni di ministri e deputati, sulle polemiche che condiscono le pause di qualunque ufficio italiano. Virgolettati che campeggiano su social network e blog e che immancabilmente danno vita a discussioni più o meno profonde tra colleghi, sono ovunque il companatico preferito di manager e impiegati di ogni settore e rango. Ultimamente, poi, sparare sui nostri ministri ogni volta che aprano bocca, è diventato il più facile e scontato sport nazionale. Non che questi luminari della scienza e della tecnica non ce ne diano motivo. Dalle sibilline frasi che il Premier rilascia ai giornali stranieri, alle gaffe (chiamiamole così) della ministro Fornero, la satira ha trovato terreno fertile, anche dopo l’uscita di scena (almeno parziale) del Cavaliere che, per l’improvvisa assenza di fonti d’ispirazione, rischiava di precipitare i comici nostrani in quel depressivo stato di apatia, conosciuto come “blocco dell’artista”.
Io mi ero ripromesso, come detto poc’anzi, di evitare di “sparare sulla Croce Rossa”. Poi questa mattina, durante il consueto “giro informativo nella rete”, eccola qua: “Io abolirei le scommesse parziali, tipo su chi batte il primo fallo laterale o la prima punizione, perché sono quelle che più si prestano ad essere truccate”. Sembra una frase da bar, quelle che ti aspetteresti di sentire durante una partita a tresette, seguita magari da “io li manderei tutti in galera, sti ladri!”. Invece è una dichiarazione della ministro Cancellieri, durante la presentazione del libro “Football Clan”. L’ennesimo rimedio geniale per combatter le infiltrazioni mafiose nel mondo del business e, nello specifico, delle scommesse sportive. C’è da chiedersi come mai nessuno ci avesse pensato prima!? Forse perché questo tipo di “side bet” in Italia non sono permesse. Così come, proprio per evitare “tentazioni”, non è ammesso scommettere, all’interno di un avvenimento, su qualunque tipo di situazione secondaria che possa alterare le scommesse, senza però incidere sul risultato finale delle partite. Il mio non è un bieco revisionismo del fenomeno del calcioscommesse, ma non si abbatte un albero perché uno o due frutti è stato attaccato dai parassiti.
E allora siamo di fronte all’ennesima, innocua gaffe? Una leggerezza? Forse, ma da parte di un ministro della Repubblica ci si aspetterebbe qualcosa di più di una semplice infarinatura su una materia così delicata. Ignoranza sull’argomento a parte, sarebbe impedire al proprio figlio di avere contatti con altri bambini per evitare che prenda l’influenza. O peggio, tentare di prevenire il reato di diffamazione negando la libertà di stampa.
Per fortuna l’ex prefetto reagisce alla cantonata con un discorso toccante che ne riabilita l’immagine all’istante: “Il primo sentimento che si ha quando ci si imbatte nella piaga del calcioscommesse è di profonda tristezza, perché il calcio è lo sport che amano tutti i bambini… Ne parlerò con il Coni”.
Ottima idea, ma forse qualcuno dovrebbe consigliare al ministro di confrontarsi piuttosto con AAMS… prima che la cancellino.