Qualche giorno fa avevamo quasi esultato (o se preferite: tirato un sospiro di sollievo) ai rumor che volevano il bando per l’assegnazione delle promesse 1000 licenze per l’apertura di sale da poker, inserito nel decreto Milleproroghe. Dopo un’attesa di quattro anni, quindi, sembrava essere giunta l’alba di un nuovo giorno sul mondo del poker live! Alcuni particolari e indiscrezioni avevano reso ancor più attendibile la voce: 100mila euro la base d’asta, durata 9 anni e tassazione al 3%. Previsione d’incasso per lo Stato: 1,5 miliardi.
È invece toccato a Luigi Magistro raffreddare i bollenti spiriti: le sale da poker “non ci saranno. Né una, né mille”. Categorico. Inequivocabile. “La legge le prevede fin dal 2009 – ha continuato il DG di AAMS in un’intervista su Avvenire – ma mancano i regolamenti attuativi e poi ci sono una serie di problemi da risolvere. Non credo che ciò avverrà nel giro di pochi mesi e men che meno in tempo per il decreto Milleproroghe”. Certo, quattro anni sono troppo pochi per risolvere tutti i problemi legati ad una questione così complessa.
Ma forse la verità è una sola e sempre la stessa: meglio occuparsi di gioco online, più facile da gestire e controllare, tassare, spremere come un limone, piuttosto che del poker live, dal quale lo Stato non ha ancora capito come trarre profitto. Poco importa se per mantenere il punto, se ne debba fare una questione morale, continuando a far finta di non capire la differenza tra gioco d’azzardo e il nostro amato poker. Poco importa se in questo modo si continua a favorire il gioco illegale, quello delle bische gestite della criminalità organizzata. Sì, perché intanto noi continueremo a giocare, convinti che il poker sia un gioco bellissimo, uno straordinario elemento di aggregazione sociale.
In attesa che il nostro Governo (uno qualsiasi tra quelli che verrà in futuro) se ne renda conto, andremo a giocare all’estero, ad ingrassare i Casinò stranieri che creano posti lavoro e reddito locale.
E allora arrivederci al PPTour di Praga!