1° febbraio 2013. Forse di primo acchito questa data non vi dirà nulla. Per una buona fetta di italiani significa semplicemente che bisogna pagare il canone RAI e il bollo auto. In realtà oggi il mondo del poker italiano ha acquisito una certezza: per l’ennesima volta è ufficialmente scaduto il termine per la presentazione, da parte di AAMS, del regolamento attuativo del poker fisico.
Dall’ormai lontano 2009 non si contano più le promesse fatte e mai mantenute di approvare una nuova normativa e per l’assegnazione delle famigerate 1000 Concessioni. Certo si potrebbero addurre tante attenuanti come ad esempio che la fusione tra AAMS e Agenzia delle Dogane ha impegnato i due organismi negli ultimi mesi. Che il Governo ha dovuto fronteggiare tante emergenze che hanno fatto passare in secondo piano una questione tutto sommato considerata d’interesse “particolaristico”.
Forse allo Stato non interessa incassare i proventi di un’asta che parte da 100.000 euro, che potrebbe far fruttare, nella peggiore delle ipotesi, 100milioni. Per non parlare dell’impulso che si potrebbe dare alla crescita economica del Paese, con la nascita di nuove attività e la creazione di nuovi posti di lavoro. Ultimo, ma non meno importante effetto, sarebbe la possibilità di far emergere un movimento pokeristico “pulito” e “legale”, che contrasterebbe naturalmente il mondo delle bische e delle sale da gioco illegali. Certo è un punto di vista, ma non ho mai creduto che il proibizionismo sia una soluzione. La storia lo ha giudicato e bocciato, una misura repressiva che sul lungo periodo sortisce l’effetto contrario, spingendo l’utenza verso il gioco clandestino.
Forse neanche la liberalizzazione sarebbe una soluzione, ma tra i due estremi esiste un’infinità di sfumature che permetterebbero di disciplinare, controllare e gestire il poker live, tutelando allo stesso tempo giocatori, concessionari e quei soggetti deboli che tutti vogliamo e dobbiamo preservare dalle degenerazioni e dagli approfittatori.
Forse però in campagna elettorale editti e anatemi sono più utili agli interessi dei partiti. Se dovessimo mettere su un piatto della bilancia una manciata di voti e sull’altro 100milioni per le casse dello Stato, da quale lato penerebbe l’ago?