(Di Roberto Iannone)
Io credo che sarebbe una cosa bruttissima. Soprattutto guardando allo scopo cui sarebbe diretta questa misura: rastrellare soldi per poter restituire agli italiani una tassa – pesantissima, e ne so qualcosa! – che ha contribuito a risollevare il Paese dal fallimento totale. Risultato? Il risultato sarebbe quello di dare un effimero ristoro alle finanze familiari, che però sarebbe a stretto giro reso vano, anzi drammatico, per la spirale negativa che imboccherebbe la nostra economia per effetto delle maggiori difficoltà che avremmo a piazzare i nostri titoli del debito pubblico (e un’avvisaglia l’abbiamo avuta subito dopo le parole di Berlusconi, con lo spread che si è impennato e che, a torto o a ragione, causerà un aumento dei tassi di interesse da offrire agli investitori nelle prossime emissioni!!!) Ma la cosa più avvilente è che questa misura (e le altre che va proponendo il piazzista), nulla fanno per sostenere davvero l’economia: nessuna misura credibile di aiuto alle imprese, che saranno sempre più soffocate da un ricorso al credito proibitivo, ma soltanto operazioni di “finanza”, tipo quella – improbabile e campata per aria – dell’accordo con le banche svizzere, o quella della riduzione dei costi con il blocco del turn-over nella pubblica amministrazione (che è già operativo da almeno vent’anni!), o del risparmio sulla spesa su una malferma operazione di digitalizzazione degli archivi…. e altre fantasiose trovate in materia fiscale (che poi, sulla lotta all’evasione, l’illuminato dovrebbe solo tacere per quanto lo riguarda personalmente!) Improvvisazione e, soprattutto, proclami propagandistici senza alcun fondamento. Quanto alla tassazione delle vincite al gioco: avrebbe un senso, sia pure modesto, se le somme vinte al gioco rappresentassero reale produzione di beni o prestazione di servizi: ma così non è. Se vinci 50mila euro in un torneo di poker, questi 50mila euro non vedono altro che l’immissione su un piatto di quote di ricchezza prodotte con analoghi sistemi improduttivi, che ne’ hanno creato un solo posto di lavoro in più, ne’ hanno realizzato un bene di consumo o un servizio economicamente rilevante. Se poi qualcuno (irresponsabile) ha investito nel gioco il frutto del suo lavoro, beh, la cosa è ancora più drammatica, perché questo significa aver buttato via, letteralmente (stile “finanza creativa” di scuola tremontiana), l’unico risorsa che avrebbe potuto essere destinata al reale sviluppo, perfino comprando titoli di Stato o, meglio ancora, investendo in attività produttive. Io non voglio che mi restituiscano l’IMU. Io voglio che si impegnino a scovare gli evasori fiscali, che caricano sulla gente fiscalmente corretta anche la quota di imposte che dovrebbero pagare loro! Ed è una montagna di soldi quella che devono alle casse dello Stato!. E poi voglio che chi si arricchisce con i soldi di tutti noi (corrotti, faccendieri, appaltatori che gonfiano i prezzi di lavori e servizi) li restituisca fino all’ultimo centesimo e venga messo in condizioni di non nuocere più! Sarà anche un sogno, ma sicuramente meno irrealizzabile della promessa di creare milioni e milioni di posti di lavoro e poi trovarsi con una tasso di disoccupazione dell’11,1% (ed oltre il 37% fra i giovani)!