Partono sotto i migliori auspici le 44me World Series of Poker di Las Vegas. La crisi internazionale non guasta la festa più ambita del poker mondiale. Anzi. I numeri del primo giorno sembrano dar ragione alle scelte dell’organizzazione, in barba ai detrattori che volevano un calo dell’affluenza ai tavoli. E invece in 898 hanno partecipato all’Event #1 da $500, quello riservato ai dipendenti della Caesars Entertainment, a fronte dei 732 del 2012: $404,100 di montepremi, contro i 329,466 della scorsa edizione. Il vincitore porterà a casa 85mila dollari, quasi 15mila in più di Chiab Saechao.
Cifre da capogiro anche per l’inedito Eight Handed da 5K, il cui buy-in non spaventa i giocatori e, con 481 entrants, realizza la cifra da capogiro di quasi $2,300,000. Non c’è quindi da stupirsi se nella lista degli iscritti si leggono nomi come Michael Phelps, Phil Hellmuth, Moorman e Greenstein.
Neanche il proliferare di braccialetti, che secondo qualcuno avrebbe provocato una svalutazione del valore del trofeo, ha “deprezzato” la desiderabilità del gioiello più famoso del poker. Al contrario, i 13 golden bracetets messi in palio tra WSOP APAC e WSOP Europe e quello assegnato con il WSOP National Championship la scorsa settimana, si sono sommati ai 62 del Rio (uno in più del 2012) solo per rendere la corsa al titolo di Player of the Year ancor più accesa e competitiva. Dopo la vittoria nel Main Event di Melbourne, ora in testa alla classifica c’è un nome che accenderebbe sogni gloria anche nel pokerista più in erba: Daniel Negreanu.
Uno stimolo in più per i tanti competitors e aspiranti campioni: che ti chiami Phil Hellmuth, o John Doe, che il tuo braccio sia ricoperto d’oro per i 13 braccialetti vinti, o che tu abbia vinto solo il pokerino di Natale nella tavernetta di un amico, vedere Kid Poker lì davanti è una tentazione irresistibile!