Un viaggio. Un lungo e avvincente viaggio attraverso le 54 ore di torneo che hanno fatto sognare Taurisano, il Salento… l’Italia del poker. Tanto sono durate le WSOP di Gaetano Preite, 54 ore. Tanto lontana è giunta l’eco della sua avventura, che definire impresa potrebbe sembrare riduttivo.
Mettere una bandierina al Main di Las Vegas è già di per sé un risultato straordinario. Entrare tra i primi 50 un’esperienza indimenticabile. Perché si può essere un campione e uscire al Day 1, ma per arrivare così in fondo, non basta la fortuna. E poi far parlare di sé il blog ufficiale delle WSOP per un bluffone mostrato… beh, questo è qualcosa di cui vantarsi per un bel po’, da raccontare agli amici cento e più volte… un biglietto da visita per i futuri avversari: “Io sono Don Tano, quello che al Day 6 delle WSOP ha fourbettato in bianco 2milioni, costringendo due avversari a foldare e poi ha mostrato, tra il tripudio della sala!”
Un viaggio, come detto, ripercorribile passo dopo passo, livello dopo livello, battito dopo battito semplicemente scorrendo il diario fb di Don Tano… non solo mani raccontate, ma soprattutto emozioni, suggestioni, paure confidate e uno stuolo di amici e fan sempre più numeroso. Notti insonni, smartphone alla mano, la sveglia con un solo pensiero in testa: “cosa avrà combinato questa volta Don Tano?”
Non racconterò le mani che hanno caratterizzato il suo Day 6, dei due 7 che lo ha fatto precipitare dalle posizione di vertice al fondo della classifica, o dell’ultima, quando settare gli 8 non è servito, di fronte al classico bloody river che regala il colore all’avversario. Di queste e di tante altre mani troverete doviziose descrizioni, analisi, giudizi in rete, su blog, forum, magazine, a partire dal sito ufficiale delle WSOP, che ci aggiorna in tempo reale sull’andamento del torneo.
Si potrà (come si è fatto) dissertare per giorni sull’opportunità di giocarsi il torneo con una coppia di sette, sullo stile “estroso” di Don Tano, poco ortodosso forse, eppure efficace.
Ma tutto ciò risulterebbe solo un narcisistico e stratagemma per attrarre l’attenzione di lettori e appassionati, distogliendola dall’unico protagonista di questa splendida storia: Gaetano Preite. Sarebbe come saltare sul suo carro comunque vincente, illuminarsi della sua luce riflessa.
“Con il mio personale modo di giocare sono arrivato lì – ci saluta questa notte – ho giocato con i giocatori più forti del mondo e ho guadagnato il loro rispetto” perché chi lo conosce davvero, come ho la presunzione di conoscerlo anche io, sa bene che l’unica cosa che conta per lui, il premio più importante, più grande della “bandierina” e dei 151mila dollari della 48ª posizione, è il rispetto, la considerazione, da parte di un ambiente che troppo spesso lo ha sottovalutato.
“C’è molta amarezza perché so che sono uscito per colpa mia e non per la sfortuna. Sarà dura da digerire.” Questa la sua chiosa. Eppure sono convinto che per chi vuole continuare a crescere, ammettere di essere usciti per un proprio errore sia alla lunga molto più utile e costruttivo. Perché quand’anche a quell’errore non si potesse rimediare, da esso si potrà sempre trarre un prezioso insegnamento. Al contrario da un colpo di sfortuna c’è ben poco da imparare. Capita e basta. E potrà capitare di nuovo e quest’idea potrebbe atterrirci, limitarci, pietrificarci…
E allora Gaetano, è arrivato il momento di smettere di leccarti le ferite, di compiacere chi ti sta attorno, di cercare di far cambiare idea a chi ancora non crede in te. Questo è il tempo di voltare la testa indietro, osservare il cammino che hai compiuto fino ad oggi, per poi tornare a guardare dritto davanti, nel buio di un futuro che tu solo potrai illuminare, sordo alle provocazioni e attento ai consigli di chi davvero crede in te.
Prima però, goditi il rientro a Casa… Congratulazioni Don!