La censura colpisce il gioco: pericolo shopping compulsivo!

La censura colpisce il gioco: pericolo shopping compulsivo!
La pubblicità oggetto dello scandalo...

Certi messaggi pubblicitari dovrebbero imbarazzare chi li propone, mentre mi sembra di comprendere che ormai la deriva dello Stato Italiano nel settore del gioco sia davvero fuori controllo. Mi auguro che la Procura della Repubblica riesca a far luce sulla fattispecie e persegua i responsabili

 

Cosa sarà mai successo questa volta? Quale scandaloso, offensivo, immorale, pericoloso messaggio pubblicitario sta mettendo in pericolo la società, secondo l’Avv. Ripamonti?

 

Si tratta della nuova pubblicità dei gratta e vinci. Il Codacons ha infatti sporto denuncia alla Procura della Repubblica di Roma e all’Antitrust, sostenendo che non solo inciterebbero al gioco, ma approfitterebbe anche di un’altra patologia, comunemente chiamata “shopping compulsivo”.

Due patologie al prezzo di una: ludopatia e oniomania. Ciò renderebbe questo spot pericolosissimo!

 

Lo so, me ne rendo conto: rischio di sembrare schizofrenico, contraddicendo il mio articolo di ieri,  in cui mi scagliavo contro la vendita selvaggia di “biglietti fortunati”, ma in tutta onestà credo ci sia una profonda differenza tra “piazzare” un gratta e vinci come resto al supermercato o mettere un distributore in un ufficio pubblico, tanto per far ingannare l’attesa al pensionato di turno, e uno spot pubblicitario (a mio modesto avviso) geniale e divertente.

 

Per prima cosa c’è chiedersi a chi sia diretto il messaggio e chi sia in grado di coglierlo. Mentre sono convinto che la vendita di instant lottery in luoghi familiari attecchisca nelle menti dei minori, rischiando di farla recepire come una pratica normale, di contro non credo che un bambino, per quanto smaliziato, coglierebbe la vena umoristica del manifesto sotto processo. Il quadretto rappresentato dai pubblicitari che hanno ideato la campagna, infatti, mi sembra più una divertente esasperazione di uno stereotipo dei più classici: quello che vuole gli uomini come le vittime sacrificale della passione per lo shopping delle proprie compagne, mogli, fidanzate. Una barzelletta, un pezzo da cabaret, un satira caso mai maschilista, banale… ma pericolosa mi sembra a dir poco esagerato.

 

La denuncia alla Procura è un pericoloso attentato alla libertà di espressione, alla creatività di operatori della comunicazione, dipinti come mostri da perseguire penalmente. In una parola: censura.

La caccia alle streghe istituita da alcune fazioni della società e della politica, ci sta guidando verso una deriva assai rischiosa che, nel lodevole tentativo di preservare i più deboli da possibili manipolazioni, rischia seriamente di instaurare un clima di terrore e diffidenza, con lo scopo di giustificare una pericolosa contrazione delle libertà. Quelle stesse libertà che hanno permesso il fiorire della creatività, della cultura, del genio nel nostro Paese e che tanto fanno paura agli ipocriti e ai tiranni.

 

Un’ultima chicca.

Questa mattina alla radio ho ascoltato la pubblicità di una nota società di investimenti. Dopo aver illustrato i vantaggi delle operazioni e dei servizi proposti, lo spot si concludeva con l’avvertenza: “questa pubblicità non vuol essere un incitamento all’investimento”. Credo sinceramente che il limite del ridicolo sia stato abbondantemente superato. La pubblicità è un incentivo all’acquisto di un bene o servizio, altrimenti quale altra funzione avrebbe?

Se decidiamo di vietarla per alcuni prodotti ritenuti dannosi, va bene. Va bene anche mettere in guardia da eventuali rischi e pretendere che il messaggio non sia ingannevole. Tutto il resto è grottesco e offensivo. Offensivo per l’intelligenza dei consumatori, offensivo per gli italiani tutti.

 

Se fai crescere un bambino sotto una campana di cristallo, in un mondo ovattato, nascondendogli i pericoli della vita, lo renderai debole e vulnerabile. Non appena metterà un piede fuori casa o soltanto si affaccerà alla finestra, si ammalerà.

 

Trattare i consumatori come dei minorati, prima o poi li renderà tali. Ma forse l’obiettivo è proprio questo.

 

Dopo i giocatori, ora i cattivi sono i pubblicitari...

 

 

 

Utilizziamo cookie nostri e di terze parti per migliorare i nostri servizi. Puoi ottenere maggiori informazioni nella nostra sezione Informativa sulla privacy e i cookie.