Era di ieri la notizia della richiesta di alcune associazioni di applicare una maxi tassa del 50% sulle vincite al gioco. Un deterrente contro il dilagare delle ludopatie e un efficace strumento per contrastare l’evasione fiscale legata a questo ambiente. Secondo il presidente dell’Associazione Contribuenti Italiani , Vittorio Carlomagno, l’introduzione di un redditometro dei giocatori aiuterebbe a stanare tutti i finti poveri che si arricchiscono con il gioco ed evadono il fisco, ostacolerebbe il gioco minorile, il riciclaggio e le altre terribili attività illegali, come l’usura. Ma soprattutto permetterebbe di applicare la maxi tassa a beneficio delle entrate dello Stato. Quello stesso Stato che, sempre secondo che Carlomagno, appare troppo interessato a “far cassa a tutti i costi” e chiude gli occhi di fronte ai problemi reali.
Quindi la soluzione sarebbe chiedere ai giocatori-evasori di autodenunciarsi, così da sottrarsi al mondo del riciclaggio e dell’usura e, in cambio, premiarli privandoli della metà delle loro vincite. Eventuali, naturalmente. Perché lo Stato, anche se sarebbe più corretto dire “le istituzioni”, bussa alla tua porta solo quando c’è da spartire i guadagni, ma fa finta di non conoscerti quando c’è da fra fronte a delle perdite. Un socio occulto e inoperoso di ogni nostra attività, che non lavora, non ci aiuta a far fronte ai debiti, non investe di tasca propria, ma batte cassa appena vede due spiccioli.
Nel silenzio generale che sempre circonda geniali soluzioni come quella appena esposta, oggi si fa sentire il Presidente di Confindustria Sistema Gioco Italia, Massimo Passamonti, che definisce demagogica la proposta di aumentare le tasse sul gioco. Di fronte a tante parole di grande effetto, ma prive di alcun fondamento, Passamonti ricorda che nel 2012 l’aumento del PREU (Prelievo Erariale Unico) di appena lo 0,5%, che avrebbe dovuto garantire un incremento di 150milioni, causò invece una perdita di 300milioni!
Cosa ci autorizza a pensare che un capestro come una tassa del 50%, sortirebbe effetti opposti?
Rendere il gioco legale meno conveniente ed economicamente attraente spingerebbe i giocatori verso il mondo delle bische clandestine, dei siti illegali, dei circoli gestiti dalla criminalità. Attratti dal miraggio di guadagni più facili e sostanziosi, i primi a migrare verso questi lidi oscuri e pericolosi sarebbero proprio i più deboli: ludopatici e minorenni in testa.
Ancora una volta le istituzioni e le associazioni che dovrebbero difendere gli interessi dei cittadini, dimostrano quanto siano lontane dalla realtà sociale e avanzano soluzioni semplicistiche che strappano appalusi e consensi, ma rischiano di aggravare i problemi che si propongono di risolvere.