ROMA – «Gli ultimi mesi sono stati molto positivi in termini di risultati economici per Microgame. In questo contesto l’andamento si spiega con il buon trend del gioco online, che ha registrato +41% nei casinò e +16% nelle scommesse sportive. C’è l’effetto pandemia, ma ritengo che il trend di crescita possa diventare costante». Inizia così l’intervento di Marco Castaldo, CEO di Microgame, all’interno del panel “Il nuovo volto del gaming e le nuove opportunità” svoltosi nella giornata di apertura di Enada. Il panel, si legge in una nota, che ha visto la partecipazione dell’Avv. Stefano Sbordoni (Sbordoni & Partners), di Mauro De Fabritiis (Founder MDF Partners) e di Maurizio Ughi, Presidente Obiettivo 2016 ha toccato alcuni temi fondamentali di attualità che coinvolgono il mondo del gaming. Castaldo ha analizzato il cambiamento del mercato a causa della pandemia di Coronavirus: «Il mercato si sta ampliando con nuovi concessionari che sono riusciti ad ottenere una licenza dopo l’ultimo bando. Noi, come Microgame stiamo lavorando con più di 15 nuovi operatori. Il segnale più importante, però, è rappresentato dagli operatori delle macchine da gioco che sono entrati nell’online abbracciando il concetto di multicanalità. I segnali di un settore con un’ottica più trasversale».
L’aspetto legato alla multicanalità è fondamentale per il mercato a medio e lungo termine: «Non c’è dubbio che l’attenzione degli operatori sia rivolta a posizionarsi in questo settore del mercato che, però, impone un grande sviluppo di competenze e tecnologie» ha proseguito il CEO di Microgame. «Oltre ai punti vendita di ricarica bisognerà andare verso un’offerta che sviluppi sinergie tra il fisico e l’online. Ma se questo è un discorso già acquisito per le scommesse sportive, bisognerà percorrere la stessa strada per la filiera delle macchine da gioco».
Castaldo ha poi focalizzato l’attenzione sul momento che il mondo del gaming sta vivendo: «Stiamo attraversando un periodo particolarmente avverso con stampa e politica, lo stesso aspetto riguardante le entrate erariali che il settore garantisce non è più considerato primario. Ci troviamo di fronte a una normativa con approcci preoccupanti: mi sembra arbitrario tagliare a 40 i concessionari online al posto degli attuali 100. Al contrario, questo è un settore che funziona proprio grazie a una filiera complessa: sono tanti i soggetti coinvolti e la capillarità è fondamentale soprattutto per estromettere il gioco illegale. Noi, come Microgame, parteciperemo al prossimo bando, probabilmente con una logica inclusiva di altri piccoli operatori che potrebbero affiancarci. Se però il settore non si dedica con un approccio nuovo a riacquistare credibilità per dialogare con la politica e con il regolatore, il futuro può essere complesso. Abbiamo aderito a un nuovo progetto associativo, proprio perché crediamo in un approccio trasversale. La filiera non ha la credibilità giusta e si deve riposizionare per ottenere quello spazio che merita: in questo momento storico dobbiamo essere compatti e uniti».