Casinò contro l'illegalità e depositari delle tradizioni italiane… Parola del Copasir!

Casinò contro l'illegalità e depositari delle tradizioni italiane… Parola del Copasir!
Contro l'illegalità e a favore delle tradizioni!

Me ne rendo conto: la mia potrebbe sembrare una battaglia personale contro la Lega Nord. Da buon meridionale e dipendente di una società privata che opera nel mondo del gaming online, la mia posizione potrebbe apparire fin troppo scontata. Eppure chi mi conosce sa quanto critico e obiettivo sia sempre stato nei confronti di questo mondo. Per cui il mio disappunto di fronte a certe affermazioni, certe posizioni ideologiche, nasce esclusivamente da un innato desiderio di onestà intellettuale, spesso assente nella politica italiana.

Dopo il Presidente della Regione Lombardia, di il Presidente della Provincia di Bergamo e un Europarlamentare, oggi tocca ad un altro esponente del carroccio (e dell’area che alla Lega fa riferimento) farsi portavoce della campagna contro il gioco d’azzardo e a favore del rilancio dei casinò municipali. Nessun ossimoro, nessuna contraddizione se non apparente nelle parole del Senatore Giacomo Stucchi, Presidente del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.

 

Ci sarebbe già da chiedersi come si sia arrivati a nominare un fervente leghista a capo di un comitato per la tutela dell’ordinamento repubblicano. Ma questo sarebbe decisamente off topic in questo blog, per cui sorvoliamo e andiamo al punto. Secondo Stucchi una soluzione al dilagare sia del gioco illegale, che di quello problematico-compulsivo, sarebbe circoscriverlo alle case da gioco. Posizione del tutto analoga a quella di Ettore Pirovano, con la quale il Senatore condivide non solo la cittadinanza bergamasca, ma anche il desiderio di riaprire il Casinò di San Pellegrino.

Questa soluzione permetterebbe non solo di “valorizzare gli elementi classici del gioco”, ma anche di regolamentare e controllare il gioco d’azzardo, grazie alla fervente attività dei sindaci.

 

Come non dargli ragione? È cosa nota che, in un Paese in cui la pubblica amministrazione è il fiore all’occhiello dell’economia, in cui le amministrazioni e gli enti locali rappresentano un vanto per efficienza, trasparenza e competitività, la gestione pubblica dei quattro Casinò attualmente attivi abbia portato a risultati straordinari e a bilanci invidiabili. Senza trascurare che la trasparenza e la rigidità delle normative, li hanno fatti salvi da qualsivoglia “rumore” in merito a possibili attività per lo meno discutibili che si sarebbero svolte al loro interno. Si ben chiaro, a danno degli stessi casinò e senza alcun coinvolgimento diretto della dirigenza.

 

Sarebbe fin troppo semplice, a questo punto, subodorare che tali posizioni siano solo il frutto di interessi localistici, finalizzati, in vista della realizzazione del federalismo fiscale, a garantire ad alcuni comuni il monopolio del gioco d’azzardo. Stucchi, infatti, apre magnanimamente anche al sud (sud del Po), preconizzando la possibilità di aprire case da gioco anche in altre parti d’Italia. Un paio, non di più naturalmente.

 

Delle splendide riserve dorate, dove ghettizzare i giocatori in nome della tradizione.

 

 

 

 

 

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